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SANTI, LADRI E MARINAI

“Santi, ladri e marinai” è il racconto per immagini del mio girovagare nel labirinto della vecchia Bari, o come la chiamano i baresi "Barivecchia".

Ho compiuto un percorso ricercando la fisionomia di un quartiere complesso e affascinante, fotografandone i tratti somatici. Barivecchia è lo scrigno identitario di Bari, lì dove sin dall’era preistorica affondano le radici dell’urbe. Ogni città ha il suo carattere, la sua unicità, il suo mito che ne fonda l’identità e quello di Bari è legato al furto delle ossa di San Nicola, vescovo turco, che un manipolo di marinai baresi trafugò nel 1087, portando in città le preziose reliquie che avrebbero dato dignità e prestigio alla cittadina pugliese.

Il mito viene rivissuto ogni anno dai baresi festeggiando il Santo ed il suo arrivo via mare. A venerare San Nicola giungono anche i pellegrini ortodossi dall’Europa dell’est, rendendo Bari la porta d’oriente dell’Italia.

“Santi, ladri e marinai” rappresenta dunque un estratto della effervescente umanità che popola questo luogo, che ne tratteggia il suo genius loci, è la scoperta di un mondo in cui convivono sacro e profano ed è soprattutto un territorio in cui ritrovo un senso di appartenenza.

 

 

 

 

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